Ponti Spa, dinastia di imprenditori il cui nome è diventato sinonimo di aceto
Con investimenti programmati pari a 20,3 milioni di euro ed un contributo di 7,9 milioni ricevuto dal ministero per lo Sviluppo economico, Ponti Spa, azienda con sede a Ghemme (Novara), leader internazionale nella produzione di aceti, sottaceti, sottoli e condimenti, ha sviluppato un piano di ammodernamento degli impianti e l’installazione di nuovi macchinari in tecnologie 4.0 nei suoi due siti di Ghemme e negli stabilimenti di Paesana (Cuneo), Dosson di Casier (Treviso), Vignola (Modena) e Anagni (Frosinone). Il fine è ampliare i livelli produttivi, migliorare la qualità dei prodotti, ridurre i costi di produzione e aumentare l’occupazione con 14 addetti. In attesa del cofinanziamento da parte del ministero, l’azienda aveva avviato gli investimenti per l’aggiornamento tecnologico di tutti gli stabilimenti, già nel 2020.
Prosegue così lo sviluppo sul territorio italiano di un’azienda storica che ha le sue radici nel novarese. Infatti, la famiglia Ponti, originaria di Sizzano, dove tutt’ora oggi risiede, produce aceto da 9 generazioni, ovvero dal 1787: “La nostra è una storia che parla di una famiglia e del suo legame con il territorio, di una dinastia di imprenditori il cui nome è diventato sinonimo di aceto. Da una piccola realtà alla grande azienda. Dalla dimensione locale a quella internazionale. I nostri primi 230 anni sono ricchi di avvenimenti e di traguardi che ci hanno permesso di diventare l’aceto degli italiani”.
Per citare alcune delle più importanti tappe degli ultimi anni: nel 2000, l’ingresso in azienda di Giacomo Ponti, nona generazione, che proietta il gruppo verso una dimensione internazionale, nel 2010 l’affiancamento a Giacomo della cugina Lara Ponti, che indirizza l’azienda verso una produzione sempre più sostenibile e responsabile. Nel 2014 la nascita di Ponti USA a New York e Ponti France a Parigi il gruppo diventa global e dal 2016, la nascita di nuovi prodotti e un rebranding innovativo, che proietta la Ponti verso il futuro: “La parte migliore della nostra storia? Quella che deve ancora venire”.
Ed. Sabrina Marrano