Confindustria

Noi giovani imprenditrici di Confindustria Piemonte

Diamo voce a tre giovani donne che nelle proprie aziende ricoprono ruoli apicali per scoprire le loro entusiasmanti storie.
Tre imprenditrici piemontesi – ognuna molto diversa dall’altra ma contemporaneamente accomunate dalla partecipazione attiva al Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte – hanno preso “carta e penna” per raccontare in questa pagina del giornale l’Opinionista news le proprie storie professionali. Uno spaccato di vita imprenditoriale, che lascia emergere passione, dedizione e tenacia, senza mai perdere di vista gli obiettivi.

Cecilia Salussolia

Stamperia Alicese oggi produce abbigliamento tecnico sportivo per brand conosciuti a livello globale, specialmente nell’ambito del ciclismo, dello sci e degli sport di gruppo.

L’azienda è stata fondata nel 1973 dai miei nonni paterni: Nonno Carlo, un tecnico curioso e con la testa da imprenditore, e nonna Ilda, una sarta di estrazione contadina, con l’occhio per il risparmio e l’efficienza spiccia. Dall’unione di queste due energie è nato l’embrione di Stamperia Alicese, che è stato ampliato dalla generazione successiva: oggi l’azienda conta più di 70 dipendenti in Italia, di cui oltre 2/3 donne.

Cosa fa Stamperia Alicese

Cosa facciamo? Partendo da una materia prima come il tessuto, siamo in grado di lavorarlo nelle sue componenti, tagliandolo, stampandolo, personalizzandolo con loghi o transfer plastici, confezionandolo, stirandolo e imbustandolo: dalla nostra azienda esce un prodotto finito, pronto per gli scaffali dei negozi dei nostri clienti in tutto il mondo.

Io mi occupo dello sviluppo del prodotto e della parte commerciale: sono entrata in azienda solo da 3 anni, avendo voluto fare esperienza all’estero dopo la laurea. Il fatto di essere donna è sicuramente un aiuto nella parte relazionale e comunicativa ma può ancora essere un problema, a seconda degli interlocutori.

A partire dall’amministratore delegato, la maggior parte dei nostri dipendenti sono donne. Ci teniamo però a non pensare a noi stessi come a un’azienda di donne, ma di persone: solo non rimarcando noi stessi il pregiudizio, crediamo che sia possibile superarlo.

Cecilia

Annalisa Pastore

Annalisa Pastore, imprenditrice e titolare, con la sorella Martina, della BIPALED di Bra (Cuneo). Insieme alla sorella sono quindi a capo di quella che si può definire una piccola impresa a conduzione femminile.

Purtroppo, in Italia soltanto un’attività imprenditoriale su cinque è guidata da una donna imprenditrice.

La BIPALED, nata nel 2014, è un’azienda dal cuore giovane, in continua evoluzione, specializzata nella produzione di profili di alluminio e illuminazione a led. 

Annalisa

In azienda

In azienda Annalisa si occupa da un lato della parte commerciale e dell’altro della sfera inerente amministrazione, finanza e controllo. 

Una piccola realtà che è però riuscita a ritagliarsi il suo spazio e a crearsi la propria nicchia, puntando su una forte personalizzazione del prodotto offerto. L’unico modo per riuscire a essere competitivi in un mercato in cui ci si trova spesso a confrontarsi con autentici colossi. Cavallo di battaglia della BIPALED è quello di studiare nel dettaglio ogni esigenza del cliente e realizzare un prodotto che ne rappresenti la piena soddisfazione. 

Oltre ad essere una giovane imprenditrice, Annalisa è anche mamma. Durante la gravidanza ha incontrato qualche pregiudizio: «Il mio settore è molto maschile e purtroppo nei cantieri qualche cliente, vedendomi con il pancione, ha cambiato un po’ atteggiamento. Erano convinti che abbandonassi il lavoro dopo il parto. Ma ho disatteso le loro aspettative». 

Il lavoro è continua fonte di stimolo per migliorarsi, non solo come persona ma soprattutto come donna e mamma. 

Roberta Massaro

Era il 2010 quando varcai la porta dell’azienda che mi ha resa la donna che sono oggi: Progetto Omnia, società cooperativa novarese che si occupa di confezionamento e assemblaggio conto terzi. Avevo 19 anni e le idee poco chiare su ciò che avrei voluto essere “da grande”. Cominciai dal reparto produttivo, come operaia addetta all’imballaggio.

Tra un prodotto e l’altro, mi chiedevo rammaricata cosa ci facessi lì. Non fui l’unica a notarlo: il mio attuale socio, mi disse con tutta franchezza che non ero idonea. Dopo qualche tempo, venni a sapere che stava cercando una figura che potesse affiancarlo nella gestione aziendale. Così decisi di candidarmi e la mia domanda fu accolta, seppur con qualche perplessità enfatizzata dalla mia poca esperienza lavorativa.

Roberta

Fu proprio questo a darmi più grinta ed energia da investire nel mio lavoro. Malgrado le difficoltà che stava attraversando l’azienda, capii di aver trovato la mia strada. Dopo qualche anno, iniziai ad occuparmi di pianificazione e ottimizzazione dei processi produttivi, oltre che di strategia commerciale, e dal 2017 sono entrata a far parte del board. La gratificazione personale che ne è derivata, mi ha permesso di coadiuvare la vita di imprenditrice e mamma.

La mia sfida quotidiana è riuscire a guadagnare fiducia e credibilità in un settore purtroppo ancora saturo di preconcetti categoriali, sottolineati da una leadership a prevalenza maschile. Empatia e capacità di ascoltare, attitudini storicamente femminili, insieme a competenza e professionalità, mi hanno aiutata giorno dopo giorno a perseguire quest’obiettivo. È un lavoro complesso, tanto quanto appagante: del resto imprenditrice non si nasce. Lo si diventa.

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