Con proprio Decreto (D.D. n.372/2021) la Regione Piemonte ha riconosciuto la costituzione del Distretto Diffuso del Cusio, cui aderiscono accanto alle Amministrazioni Comunali interessate – Omegna (ente capofila), Gravellona Toce e Casale Corte Cerro – numerose imprese locali e vari stakeholder del territorio.
Il percorso di creazione del Distretto parte da una rilevazione dei fabbisogni presso i principali attori del territorio (imprese e istituzioni) – promossa in collaborazione con la società di ricerche EconLab Research Network – a seguito della quale si avvieranno le attività progettuali future.
Parla Alessandro Minello, titolare di EconLab e docente di economia presso l’Università Ca’ Foscari Venezia
“La pandemia ha rivoluzionato la società e l’economia locali. I territori sono stati colpiti da uno tsunami, dal quale solo adesso si tanno riprendendo. I Distretti del Lago Maggiore, di Borgomanero, di Verbania e del Cusio stanno facendo sistema, per superare le difficoltà e per uscire dall’impasse che hanno dovuto affrontare in questi due anni. Sicuramente, per farlo, puntano sulla «digitalizzazione» e sul «fare rete» tra imprese e istituzioni. Le imprese hanno subìto molto l’effetto della pandemia, soprattutto nella riduzione dei fatturati, mentre hanno cercato di preservare l’occupazione il più possibile. Naturalmente, l’occupazione del futuro rallenterà nella crescita e riguarderà soprattutto competenze differenti. Le istituzioni hanno reagito alla pandemia e lo hanno fatto, principalmente, cercando di adeguare le proprie conoscenze alle nuove competenze richieste.
Complessivamente, il territorio punta a rafforzare le proprie specificità e a cercare di instillare elementi digitali e di innovazione, all’interno della tradizione. Quindi «innovare la tradizione» è sicuramente un elemento fondamentale che emerge dai risultati che sono stati rilevati. Il futuro è un punto ancora in parte interrogativo, però esiste la consapevolezza di aver fatto un percorso. E questa consapevolezza aiuta sia le imprese sia le istituzioni a ritornare a programmare la propria attività. Lo stanno facendo attraverso i nuovi Distretti Urbani del Commercio, che sono uno strumento importante per il rilancio del territorio. I quattro Distretti, pur avendo elementi di distinzione, presentano anche delle omogeneità, delle vocazioni che intendono sviluppare in futuro e che comporteranno un importante investimento, non solo nella parte infrastrutturale (dall’arredo urbano alla viabilità), ma anche a livello culturale (dalle nuove competenze, alla promozione e fidelizzazione della clientela).
Complessivamente, possiamo dire che lo sviluppo futuro del territorio riparte dai Distretti, dalle nuove competenze, dalla digitalizzazione e dalla innovazione nella tradizione. Si tratta di una innovazione incrementale, che non stravolge le azioni del passato. I territori innovano nella continuità, costruiscono sul percorso fatto finora. Gli intervistati non chiedono discontinuità nette, ma evolutive, che valorizzino il percorso effettuato fino ad oggi”.
Il Distretto Diffuso del Cusio
L’andamento degli ultimi due anni
Negli ultimi due anni, l’andamento economico delle attività del Distretto è stato inevitabilmente condizionato dagli effetti della crisi pandemica in atto. Il 58,8% delle realtà imprenditoriali intervistate dichiara di aver subìto una diminuzione del fatturato nel corso del 2020, in media del -48,4%. Il 2021 è stato un anno di assestamento, dove la maggior parte delle imprese ha riscontrato una sua stabilità (39,7%) o suo aumento (30,9%), in media del +23,3%.
L’occupazione dipendente è rimasta invariata per il 58,8% delle attività, ma il 19,1% del campione prevede di assumere nuovo personale nel 2022.
Durante la pandemia, le istituzioni pubbliche e private hanno incontrato maggiori difficoltà nell’«adeguarsi alle numerose previsioni normative», nel «predisporre piani di comunicazioni efficaci» e nel «rispondere tempestivamente alle informazioni e richieste» dettate dalla contingenza, riscontrando la necessità di acquisire nuove competenze in ambito «legislativo», «sanitario» e «digitale» per rispondere all’emergenza, a seguito della quale il 75,0% di esse ha intrapreso un percorso di digitalizzazione a diversi livelli.
In una scala da 1 a 5, gli intervistati attribuiscono un punteggio di «4,0» all’importanza che il Distretto favorisca la digitalizzazione delle imprese e delle istituzioni, ritenendo importanti, per lo sviluppo delle stesse, servizi di consulenza e formazione in materia di «marketing e comunicazione», di «innovazione» e «digitale».
Come valorizzare il territorio del Distretto
Ad oggi, la qualità dei servizi e delle infrastrutture nel territorio del Distretto è considerata «insufficiente» dagli attori coinvolti, in particolar modo per ciò che concerne i «parcheggi per turisti e residenti», le «infrastrutture tecnologiche e rete wi-fi» e la «accessibilità (viabilità e trasporti)». In una scala da 1 a 5, l’offerta turistica attuale è ancora «poco adeguata» (2,7) a soddisfare l’esigenza del turista medio di vivere un’esperienza che va oltre il semplice atto d’acquisto e le iniziative di valorizzazione del territorio svolte nel passato sono apparse «sufficienti nel complesso, ma da migliorare nella loro efficacia» (3,1).
Nell’insieme del campione, «risorse ambientali e paesaggistiche» (89,5%), «attività sportive ed escursionistiche» (59,2%) e «prodotti tipici di qualità (artigianali e agroalimentari)» (34,2%) sono considerate le principali attrazioni turistiche del Distretto. Per questo, gli intervistati ritengono importante per lo sviluppo del territorio concentrare i futuri investimenti nella promozione di un turismo anzitutto «sportivo ed escursionistico» (69,7%), «ambientale e culturale» (63,2%) ed «enogastronomico e dei prodotti artigianali tipici» (59,2%). Rilevante per le imprese del territorio anche il turismo «alternativo (su percorsi ciclo-pedonali, equestre)» (51,5%).
I principali ambiti su cui lavorare per una maggiore valorizzazione del Distretto sono ritenuti la «visibilità e immagine del territorio» (59,2%), la «cultura dell’ospitalità e formazione degli operatori del settore» (52,6%) e la «presenza strutture ricettive di qualità» (48,7%). Molto importante per le imprese anche la proposta di nuove «iniziative ricreative ed eventi» (48,5%), mentre le istituzioni puntano l’attenzione sulla «programmazione integrata dello sviluppo territoriale» (62,5%).
Per raggiungere tali obiettivi, gli intervistati avvertono il bisogno di migliorare le proprie competenze, prevalentemente in ambito di «promozione del prodotto turistico», «accoglienza e ricettività» e «analisi del mercato turistico e del consumatore», auspicandosi al tempo stesso che il Distretto favorisca un aumento dell’adozione o utilizzo degli strumenti digitali da parte di istituzioni, imprese e consumatori.
Cosa si aspettano imprese e istituzioni con la nascita del Distretto?
Quattro gli obiettivi strategici che si pongono imprese e istituzioni con la nascita del Distretto. In ordine di priorità: «Interventi di qualificazione urbana»; «Campagne di comunicazione e di marketing di Distretto»; «Interventi di realizzazione di servizi innovativi, a vantaggio dei consumatori e della fidelizzazione della clientela»; «Politiche e piani annuali promozionali e di animazione di Distretto».
Cinque le azioni da cui partire, per la costruzione del futuro: «Interventi per favorire il riuso degli spazi commerciali sfitti»; «Riqualificazione degli spazi ed edifici pubblici (piazze, vie, vicoli, aree verdi, parchi, sentieri)»; «Recupero e valorizzazione di locali ed esercizi storici»; «Predisposizione di itinerari turistici integrati a livello distrettuale (commercio, arte, cultura, sport)»; «Rafforzamento di un brand di destinazione dei Laghi d’Orta e Maggiore».