Anche la Sicilia sta perdendo le sue bellissime spiagge, come accade un
po’ ovunque in Italia. In Calabria si arriva al 65% del territorio
costiero a rischio di erosione, mentre la Sicilia si colloca al secondo
posto con il 61% e la media nazionale è del 48%. A lanciare l’allarme
sono gli analisti di _Vamonos-Vacanze.it.
_«__L’artificializzazione delle nostre mete turistiche si ripete di
anno in anno__ ad un ritmo che è costante negli ultimi 20 anni, per un
totale di __100 chilometri di costa perduti dal 2002 ad oggi__»_
spiegano gli analisti di Vamonos-Vacanze.it, il tour operator
italiano specializzato in vacanze di gruppo, che ha potuto osservare
come anche quest’anno —a causa delle strutture artificiali— vanno
persi altri 5 chilometri di costa naturale.
Per quanto riguarda la Sicilia, i chilometri di costa sono circa mille
ed oltre la metà sono a rischio. Se poi parliamo di “costa
naturale” in Sicilia ne rimangono appena 200 chilometri (rispetto ai
230 chilometri del 2018), il resto della linea costiera è
classificabile in “paesaggi agricoli” per 170 chilometri di (erano
196 chilometri nel 2018), “infrastrutture e industrie” per 150
chilometri (erano 130 chilometri nel 2018),“urbanizzazione ad alta
densità” per 210 chilometri (erano 182 chilometri nel 2018),
“urbanizzazione a bassa densità” per 270 chilometri (erano 350
chilometri nel 2018).
_«Una artificializzazione che anno dopo anno ha tolto alle coste
siciliane e più in generake a quelle italiane il contatto con la natura
retrostante e con essa la capacità di rigenerarsi»_ commenta Emma
Lenoci, fondatrice della piattaforma Vamonos-Vacanze.it [4].
In Sicilia, solo 170 chilometri risultano oggi integri come paesaggi
agricoli e si sono conservati appena 200 chilometri di paesaggi
naturali, in parte rocciosi e in parte ricadenti in aree protette.
Ben 150 chilometri sono invece occupati da opere infrastrutturali ed
industriali e si calcolano inoltre 210 chilometri di paesaggio urbano
molto denso, soprattutto nei tratti principali rappresentati da Trapani,
Torre Muzza, Mondello, Romagnolo, Catania, Siracusa e nel tratto che va
da Nizza di Sicilia a Sant’Alessio Siculo.
Poi ancora, nei 270 chilometri di costa caratterizzata da insediamenti
con densità più bassa, le cose non si prospettano bene: _«la maggior
parte dei paesaggi agricoli o naturali sono ormai inframmezzati da
insediamenti in parte abusivi»_ commentano gli specialisti di
Vamonos-Vacanze.it [5].
Secondo il tour operator, questa presenza artificiale nei pressi delle
zone a bassa intensità è più evidente nei tratti che vanno da Fiume
Grande a Kalura, da Torre Faro a Itala Marina, da Brucoli ad Augusta, da
Granelli a Punta Secca, da Gela a Siculiana Marina, da Sciacca a Mazara
del Vallo.
_«Il fatto è che in Sicilia l’urbanizzazione è avvenuta in modo
continuo e senza soluzioni di armonia con il paesaggio preesistente,
__spinta dal grande boom del turismo__: un fenomeno che va avanti senza
sosta da quasi 40 anni»_ concludono gli specialisti di
Vamonos-Vacanze.it [6].
Insomma chilometri e chilometri ormai irreparabilmente artificializzati
dalla realizzazione tessuti urbani spesso ad alta intensità, via,
ferrovie, porti ed altre infrastrutture che hanno tagliato lunghi tratti
di paesaggio naturale ed agricolo.
_«__La Sicilia corre rischi maggiori__ perché —insieme alla
Calabria— l’Isola presenta una s__ituazione di erosione molto più
elevata rispetto alla media nazionale__» _puntualizzano i responsabili
della piattaforma Vamonos-Vacanze.it [7].
In Sicilia si arriva infatti al 61%, seconda regione dopo la Calabria
che arriva al 65% del territorio costiero a rischio di erosione. (mentre
la media nazionale è del 48%).
E non si tratta (non del tutto) di un fenomeno naturale. Anche se è
vero che l’erosione costiera è influenzata dai cambiamenti climatici,
a pesare maggiormente sul fenomeno è il consumo di suolo dato
dall’urbanizzazione e dall’artificializzazione.
L’intero nostro Paese è caratterizzato da una fortissima presenza di
stabilimenti balneari, strade, ferrovie e perfino poli industriali
dislocati a pochi metri dal mare.
_«Ed oltre alle coste perdute la costruzione di nuove strutture
artificiali è __ancora più evidente nelle zone retrostanti le
spiagge__ nelle quali __ogni anno__ dune costiere, terreno coltivato,
vegetazione e formazioni naturali vengono __sostituite da oltre 10
chilometri di opere antropiche__»_ proseguono gli esperti di
Vamonos-Vacanze.it [8].
Oltre ad una linea di costa, che si estende per circa 8.300 chilometri
di cui il 13% occupato da porti e strutture artificiali a supporto della
balneazione, l’Italia ha infatti una linea di retro-spiaggia che
misura circa 4 mila chilometri, di cui al 2022 solo la metà restano
naturali.