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Storie di Imprenditori illuminati: Adriano Olivetti

Come riassumere il percorso e l’umanità di un imprenditore – e molto prima di una persona – come Adriano Olivetti? La frase che ci viene in mente è questa: una felicità collettiva che genera efficienza.

Le competenze tecniche e l’alto livello professionale sono certo indispensabili per portare avanti un business al meglio, ma non bastano e noi di Amajor ne siamo profondamente convinti! Il lavoro è un universo straordinario, che va arricchito con costanti stimoli e idee che possono venire dalla creatività di ciascuno, così come dalle azioni più semplici.

Come si può mettere in pratica tutto questo?

Adriano Olivetti l’ha sicuramente fatto, scegliendo un ingrediente vitale per l’impresa, quanto indispensabile. Mettendo la persona al centro.

“La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo…”.

Un costante impegno civile, oltre che imprenditoriale, e la tutela del bene sociale che riguarda tutti: questo è stato – ed è ancora oggi, grazie alla fondazione che porta il suo nome – il grande percorso di Olivetti.
Lasciare libere le persone che fanno parte dell’azienda di portare il proprio carattere, le passioni, l’indole sui luoghi di lavoro: è solo così che può migliorare l’intera l’organizzazione! Aiutarsi, farsi contaminare dalle idee e dalla forza di tutti, e allo stesso tempo rispettarsi, sempre.

Senza mai dimenticare il fondamentale dovere di creare benessere nelle imprese.

Nel 2018 il complesso di architetture industriali olivettiane di Ivrea è stato riconosciuto Patrimonio Mondiale Unesco, a conferma di quell’indelebile valore di comunità e di organizzazione “spiritualmente elevata” che è il lascito più importante di Adriano Olivetti.

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